Anno nuovo… olio nuovo: poco e molto caro

Il 26 novembre scorso viene pubblicata la notizia che “con il crollo della produzione pugliese (-52%) si dice addio ad 1 bottiglia su 2 di olio extravergine Made in Puglia”.

Olio e olive

Con l’attuale crisi è giusto dirci le cose come stanno: vino vecchio ed olio nuovo, si è sempre detto. Questa volta, però, oltre all’anno nuovo, vita nuova, le considerazioni delle famiglie che fanno la spesa sono altre: anno nuovo, olio nuovo, poco e caro. Ce lo aveva preannunciato il secondo report “2022 clima e guerra, nasce l’olio nuovo”, dandoci un preoccupante dato – 52%. Ma ricordiamo, com’è andata.

Il 26 novembre scorso viene pubblicata la notizia che “con il crollo della produzione pugliese (-52%) si dice addio ad 1 bottiglia su 2 di olio extravergine “Made in Puglia”. Chi lo dice? Appunto, il report “2022 fra clima e guerra, nasce l’olio nuovo” di Coldiretti e Unaprol su dati Ismea. Il report era stato diffuso proprio quel giorno – un bel sabato, non c’è che dire – in occasione della Giornata Mondiale dell’Ulivo, con iniziative nei mercati di Campagna Amica in Puglia, a Lecce, Brindisi e Taranto. Secondo quanto riferivano da Coldiretti, al crollo della produzione si aggiungeva “l’esplosione dei costi” in maniera così virulenta da mettere “in ginocchio le aziende agricole” ed ancora “l’inflazione generata dal conflitto in Ucraina”. Conclusione facilmente verificabile dalle famiglie: “volano sugli scaffali i prezzi al dettaglio”.

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“La produzione della Puglia nel 2022 – riferivano Coldiretti e Unaprol – crolla a circa 86 milioni di chili, in netta diminuzione rispetto alla campagna precedente”. E da qui uno scenario che, rilevato da Crea, fa dire come i costi delle aziende olivicole siano aumentati in media del 50% e quasi 1 realtà su 10 (9%) lavora in perdita con il rischio di chiusura. Alla presentazione del report Coldiretti e Unaprol non ebbero dubbi: “A pesare, in particolare, sono i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne”. E per avere elementi e farsi un’idea del fenomeno basti ricordare che l’ulivo in Puglia è presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 olii extravergine Dop e 1 Igp Olio di Puglia.

“Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici – dissero da Coldiretti Puglia – dalle oscillazioni produttive e dall’emergenza Xylella che ha intaccato il patrimonio olivicolo di Lecce, proseguendo indisturbata il cammino di infezione a Brindisi, Taranto e arrivando fino alla provincia di Bari”. (sea)