DIA: pubblicata la 1^ relazione semestrale del 2022

La mafia foggiana, la criminalità barese e la sacra corona unita costituiscono per la Direzione Investigativa Antimafia tre realtà diverse tra loro, ben radicate nei territori di riferimento

DIA

È stata pubblicata sul sito della Camera dei Deputati la Relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’Interno Piantedosi e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del I semestre del 2022.

Qui la relazione del Semestrale-I-2022-179 (1) (1)

L’analisi dei fenomeni delittuosi e l’esame delle operazioni di contrasto concluse dalle Forze dell’ordine, confermano la tendenza rilevata ormai da diversi anni circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità.

Tale atteggiamento risulta sempre più diffuso in tutte le matrici mafiose, che preferiscono agire con modalità silenziose, affinando e implementando la capacità d’infiltrazione del tessuto economico-produttivo anche avvalendosi delle complicità di imprenditori e professionisti, di esponenti delle istituzioni e della politica formalmente estranei ai sodalizi.

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA PUGLIESE

Dall’attenta disamina degli eventi e dei fenomeni mafiosi che hanno contrassegnato il primo semestre 2022, in Puglia emerge la presenza di tre macro scenari criminali, tra loro eterogenei, rappresentati dalla c.d. mafia foggiana (quella che, nel periodo di riferimento, manifesta le forme più efferate di violenza e di aggressività al fine di affermare il controllo del territorio), dalla criminalità barese (la “mafia degli affari”) e dalla sacra corona unita.

L’effervescenza criminale registrata sin nei primi giorni del semestre riflette anche le tensioni interne che sarebbero riconducibili sia alla pressione delle nuove leve, impazienti di scalare le gerarchie criminali e disposte a tutto pur di ricoprire ruoli apicali, sia ai mutamenti repentini delle alleanze dovuti ai continui tentativi per l’acquisizione di maggiori spazi e poteri nei territori di riferimento.

LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA IN PROVINCIA DI BRINDISI

Le coste brindisine continuano ad essere utilizzate dalla criminalità albanese come luogo di approdo privilegiato per introdurre nel territorio nazionale ingenti carichi di marijuana.

In tale ambito, sostanzialmente immutato rimane il modus operandi adottato dalle organizzazioni criminali transnazionali che usufruiscono dell’appoggio offerto da numerosi soggetti di origine albanese residenti o domiciliati nella provincia di Brindisi.

Come hanno ampiamente documentato pregresse e numerose attività di polizia giudiziaria, talvolta eseguite in collaborazione con la Procura schipetara, i cittadini albanesi si occuperebbero dell’approvvigionamento dello stupefacente nella terra d’origine mentre agli italiani verrebbero demandati gli aspetti logistici e di trasporto. Nel peculiare ambito, si registrano, inoltre, cointeressenze con altri gruppi criminali tramite un rapporto cliente/fornitore in via di progressivo consolidamento anche con esponenti calabresi.

AZIONE DI CONTRASTO IN PROVINCIA DI BRINDISI

L’azione di contrasto alla criminalità organizzata brindisina condotta dalle forze di polizia nel primo semestre 2022, unitamente alle operazioni concluse nei periodi precedenti, avrebbe inciso significativamente sui vertici dei clan locali. L’assenza di emblematiche figure di spicco se, da un lato, consente il proliferare di piccoli gruppi disomogenei prevalentemente dediti alla gestione dello spaccio su strada di stupefacenti, dall’altro, lascia presupporre un’inevitabile fase di riorganizzazione degli assetti criminali.

In tale contesto, si registra un effervescente dinamismo determinato da un’emergente criminalità costituita da giovani leve che non disdegnano il ricorso spregiudicato alla violenza per affermarsi anche all’interno delle proprie consorterie.

Nel capoluogo brindisino risulterebbe attivo anche il sodalizio BRANDI-MORLEO mentre in altri Comuni della provincia conviverebbero due egemoni gruppi criminali riconducibili ai c.d. tuturanesi (BUCCARELLA) e ai c.d. mesagnesi (ROGOLI, CAMPANA, VITALE, PASIMENI e VICENTINO).

Con particolare riferimento alla frangia dei c.d. mesagnesi si evidenzia come la stessa sia stata coinvolta nell’indagine “Takle 176”, conclusa dalla Guardia di finanza il 21 gennaio 2022 e che ha riguardato non solo il territorio di Brindisi ma anche quelli di Taranto, Reggio Calabria e l’Albania, facendo luce su un’organizzazione criminale transnazionale, dotata di disponibilità finanziarie e logistiche, che sarebbe stata in grado di gestire il trasporto e la commercializzazione nel territorio italiano di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.

Il 31 gennaio 2022, i Carabinieri concludevano invece un’operazione denominata “Fire 179” nei confronti della medesima frangia dei c.d. mesagnesi sempre nel settore del traffico di sostanze stupefacenti. Gli esiti investigativi avrebbero comprovato l’esistenza, nel Comune di Mesagne e nei territori limitrofi, di numerose piazze di spaccio il cui approvvigionamento sarebbe avvenuto “sfruttando la complicità di alcuni camionisti” stanziati in Veneto mediante “l’intermediazione di due broker ivi residenti”.

ALTRI REATI IN PROVINCIA DI BRINDISI

Anche i reati contro il patrimonio continuano a rappresentare una illecita fonte di guadagno delle organizzazioni criminali brindisine. I furti di pannelli fotovoltaici e cavi in rame, in particolare, costituirebbero reati spia di fenomeni di più ampia portata soprattutto nel periodo in cui gli incentivi statali sono focalizzati proprio sull’economia green e la transizione energetica.

Con riferimento ai rischi d’infiltrazione nel settore economico, rimane alta l’attenzione all’ambito dei controlli antimafia sulle ditte e sulle imprese interessate ai lavori pubblici (il 23 marzo 2022 è stato sottoscritto dal Prefetto di Brindisi e dal Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili il “Protocollo per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nel settore edile”).

Sul versante dei reati commessi dai cd. “colletti bianchi” risulta di particolare interesse un’attività giudiziaria, conclusa dalla Guardia di finanza il 14 marzo 2022, che ha disarticolato una vera e propria associazione per delinquere costituita da 6 professionisti nei settori legale e medico, i quali avrebbero denunciato alle compagnie assicuratrici decine di presunti falsi incidenti stradali, producendo in tal senso certificati medici di Pronto Soccorso e compiacenti testimonianze.