“Abbiamo dato la nostra piena disponibilità all’appello lanciato dalla Nazionale Italiana Pizzaioli, dichiarandoci immediatamente pronti a partire per l’Emilia Romagna. Non ci abbiamo pensato un attimo e siamo subito partiti”.
Così Vittorio Falcone e Domenico Saponaro, pizzaioli mesagnesi titolari rispettivamente di “Pizza Time” a Latiano e “Up And Down” a Mesagne, “volontari” a Forlì per preparare pizze alle migliaia di sfollati provenienti dalle zone colpite dal disastro.
La base logistica è la NIP (Nazionale Italiana Pizzaioli) di Forlì dove la produzione di pizze è massiva, continuativa e no stop in modo da per poterle offrire gratuitamente a tutti coloro che ne hanno necessità o bisogno, a partire proprio dai ragazzi e dalle famiglie.
Una produzione senza sosta così da poterle consegnare poco prima di mezzogiorno e poco prima del pasto serale.
In campo anche un team specializzato per le intolleranze ed allergie alimentari perché anche in situazioni emergenziali l’attenzione alla salute è sempre la nostra priorità.
I numeri del disastro sono un vero bollettino di guerra. Circa cento i Comuni coinvolti, il triplo rispetto al terremoto del 2012; oltre 36mila persone costrette a lasciare la propria casa e trovare alloggio o da amici e parenti o nei centri d’accoglienza. Le strade chiuse sono circa 500, mentre sono 305 le frane censite. Sono i numeri drammatici dell’alluvione.
“E’ una situazione che toglie davvero il fiato. Essere quì è una esperienza che ci fa crescere tanto”, dicono all’unisono Vittorio e Domenico.
“Insieme a molti altri colleghi giunti da diverse parti dell’Italia, abbiamo deciso di metterci subito in campo per aiutare chi, in questo momento, ha perso tutto. Il nostro è un piccolissimo contributo per le famiglie colpite dal dramma e che devono anche affrontare il problema di vivere dall’oggi al domani avendo perso ogni punto di riferimento. Non si ha più neppure la casa e si è ospitati da amici o parenti o in centri di accoglienza”.
Da qui la decisione di andare in aiuto alle famiglie alluvionate e di farlo facendo quello che i pizzaioli sanno fare molto bene e che li ha resi ovunque famosi: preparare, sfornare, e servire quella che da sempre è considerata molto più di un banale piatto, ma le veniva attribuita una vera e propria funzione sociale.
E che dal 2017 è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco con unanimità da parte di tutta la commissione. Quest’ultima ha dichiarato che non si tratta solo di un semplice piatto tipico della cucina italiana, ma è tutto ciò che si crea intorno alla preparazione e al consumo della pizza che rappresentano un aspetto molto importante. E’ come se si trattasse di un rito sociale in cui, i pizzaioli e i loro ospiti, sono i protagonisti e il bancone e il forno rappresentano una sorta di palcoscenico; tutto ciò all’interno di una cornice conviviale e di interazioni costanti tra pizzaioli e ospiti.