Emergenza sanità senza fine

Il bilancio di previsione 2023 deve diventare il momento per discutere delle scelte future e delle priorità.

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“Fate qualcosa prima che il sistema collassi, bisogna intervenire prima che sia troppo tardi”. L’appello (accorato) giunge oramai da più parti, ma finora è sembra restare inascoltato. La preoccupazione per l’attuale situazione della sanità pubblica brindisina, e più in generale quella pugliese, è sempre più simile ad “un’onda d’urto non sostenibile”. Si rischia per davvero di andare a sbattere, con tutte le conseguenze del caso. C’è una profonda crisi di sistema, che riguarda sia la parte ospedaliera sia quella territoriale.
Dell’annunciata riforma epocale sbandierata a più riprese nemmeno l’ombra. C’è stata? C’è? Mah. In caso affermativo, è comunque priva di certezza sui contenuti, sui servizi ai cittadini e sulle prospettive per il personale. Nonostante i reiterati appelli (da mò), una parte rilevante dei servizi pubblici che fino a poco tempo fa erano gestiti dal servizio sanitario nazionale sono di fatto demandati o garantiti dal privato.

Le liste d’attesa sono oramai lunghissime e costringono tanti, troppi cittadini e pensionati a rivolgersi al privato o altrove togliendo loro risorse economiche in una fase storica di grande difficoltà, segnata da un’inflazione altissima e dall’aumento dei costi delle bollette. Molti stanno rinunciando alla prevenzione e alle cure, soprattutto coloro con redditi bassi.

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All’interno degli ospedali poi, la qualità del servizio reso ai cittadini è quello che è, molto spesso fa storcere il naso. Ci sono operatori stremati che lavorano quotidianamente in un’atmosfera riconducibile a quella “di un ospedale di guerra” dove le risorse disponibili sono decisamente e pericolosamente inferiori alle richieste subentranti. Da questo collasso del sistema pubblico ne usciremo tutti indeboliti: i cittadini che vedono ridotte le prestazioni fornite dal sistema pubblico e i reparti che sempre più spesso assistono al fenomeno dei medici che decidono di migrare altrove ed i pronto soccorso intasati.

Il tempo delle titubanze e delle “diplomatiche e circostanziali rassicurazioni” è finito. La situazione attuale è grave ed è tempo di decisioni e di atti concreti in grado di interrompere questa pericolosa china. Il bilancio di previsione 2023 deve diventare il momento per discutere delle scelte future e delle priorità. (Apro)