I divari nell’apprendimento delle lingue straniere

Un’indagine di Openpolis e dell’impresa sociale “Con i bambini”, mette in luce come l’apprendimento e la padronanza delle lingue straniere diventa un problema quando subentra il divario sociale.

Scuola

Oggi conoscere le lingue straniere rappresenta una delle chiavi di accesso più potenti per opportunità e prospettive di vita, oltre a rappresentare anche uno dei fattori che più influenza la possibilità di apprendimento anche nell’immediato, ad esempio con esperienze di studio all’estero.

Ma quello dell’apprendimento di una lingua straniera diventa un problema quando i gap sono troppo ampi

Elaborazione Openpolis e Percorsi Con i bambini (Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile)

L’indagine è basata sui dati Invalsi somministrati nell’anno scolastico 2021/2022, nella quale emerge come i risultati più bassi in inglese (così come nelle altre materie) riguardano proprio i giovani svantaggiati, che già dispongono di minori opportunità in ambito familiare, ad avere, rafforzando così la dinamica nota alla base della povertà educativa.

Ascensore sociale

Nei test Invalsi somministrati nell’anno scolastico 2021/22 a studenti e studentesse di terza media, i giovani di famiglie di condizione socio-economico-culturale elevata superano il punteggio di 220 in inglese (ascolto), a fronte di una media pari a circa 206.

Per i ragazzi delle famiglie di livello medio-alto il punteggio scende a 211,3; mentre è 205,2 per quelli di condizione medio-bassa.

Tra gli studenti di condizione bassa, si scende sotto quota 200: 194,2 nell’anno scolastico 2021/22, quindi quasi 30 punti in meno.

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Nel mezzogiorno livelli di apprendimento molto più bassi

I divari sociali s’intrecciano allora con quelli territoriali, talvolta rafforzandoli pure.

E così nelle classi di terza media, nella prova di ascolto in inglese si va dagli oltre 220 punti registrato nelle province autonome di Bolzano e Trento, nonché in Friuli-Venezia Giulia, ai 184 circa di Sicilia e Calabria.

Chiudono la classifica le regioni del mezzogiorno. Si avvicina alla media nazionale l’Abruzzo (204,6), mentre molto al di sotto di quota 200 si posizionano, nell’ordine, Basilicata, Puglia, Sardegna, Campania, Calabria e Sicilia (le ultime tre regioni si attestano sotto la soglia di 190).

A livello provinciale risulta netta la frattura tra centro-nord e sud. Basti pensare che nessun capoluogo di provincia meridionale compare nelle prime 20 posizioni per gli apprendimenti in inglese in terza media.

In particolare, con meno di 185 punti medi, ci sono Agrigento (184,48), Crotone (183,17) e Trapani (179,61).

Riguardo la nostra provincia, sono disponibili solo i dati di Brindisi (199,97 di punteggio medio), Ceglie Messapica (183,6), Fasano (196,34), Francavilla Fontana (188,54), Oria (190,05) e San Vito dei Normanni (191,30).

Il ruolo della scuola

“Migliorare le opportunità di chi in partenza ne ha meno”, secondo l’indagine Openpolis-Con i bambini-.

E per un motivo molto semplice: con la prosecuzione degli studi i divari crescono ulteriormente.

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Per questo motivo, è importante che il sistema educativo offra a tutti, a prescindere dalla condizione di partenza, la possibilità di ricevere un livello di apprendimenti adeguato in questo ambito.