Il balzetto delle cartella Arneo

Sulla questione è intervenuto anche Gennaro Sicolo, Presidente regionale CIA Puglia, oltre che vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.

Arneo

Stanno arrivando a centinaia nelle case dei proprietari di abitazioni o di terreni. Sono le bollette dell’Arneo in cui si chiede di pagare delle cifre, anche irrisorie ma pur sempre antipatiche se si pensa alla loro utilità.

La domanda è sempre la stessa: in cambio di quale servizio dovrei pagare?

I presupposti dell’obbligo di contribuire alle opere eseguite dai consorzi di bonifica sono sostanzialmente due: il fatto di essere proprietario di un immobile o di un terreno incluso nel perimetro consortile ed il fatto che tale immobile deve trarre dalle opere di bonifica effettuate dal consorzio una miglioria che ne incrementi il valore.

Ma è proprio quest’ultimo presupposto che fa sorgere non pochi dubbi. La questione risulta è a dir poco controversa: da un lato nella maggior parte dei casi il consorzio di bonifica Arneo non ha mai eseguito le opere di bonifica di cui chiede il pagamento del tributo e dall’altro perché un ormai consolidato orientamento giuridico ritiene che non sia sufficiente la mera inclusione dell’immobile nel territorio appartenente al Comprensorio perché si possa presumere il beneficio in favore del contribuente.

La tassa quindi, secondo la giurisprudenza che si è espressa a più riprese sulla questione, non dovrebbe essere pagata. Ciò nonostante il consorzio di bonifica Arneo continua ad inviare ai proprietari degli immobili, anche per il tramite di apposite società di recupero crediti (e anche su questo ci sarebbe da ridire).

E’ una matassa che tarda a essere dipanata, molte promesse da parte del politico di turno, finora però nulla, ma proprio nulla di concreto.

Sul tema è intervenuto nei giorni scorsi anche Gennaro Sicolo, Presidente regionale CIA Puglia, oltre che vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.

“Azzerare completamente il pregresso attraverso il saldo e stralcio delle cartelle di pagamento degli ultimi anni e, contestualmente, porre fine una volta per tutte allo scempio dei Consorzi di Bonifica commissariati. Occorre mettere fine allo scempio gestionale, strutturale e infrastrutturale di questo sistema consortile. Non si potrà mai discutere di riforma se non si chiude questa amara stagione ormai lunga oltre un decennio”, le sue parole.

“La questione, ormai, ha assunto dimensioni e risvolti davvero insostenibili per le aziende agricole”, ha spiegato Sicolo. “Nei fatti, come abbiamo dimostrato anche recentemente, i Consorzi commissariati, da molti anni, non sono nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo e di erogare appieno i servizi per cui emettono le cartelle di pagamento. La manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio sonomolto deficitarie, spesso del tutto assenti. Auspichiamo che il presidente Michele Emiliano, l’assessore al Bilancio Piemontese e l’assessore all’Agricoltura Pentassuglia prendano in considerazione le nostre istanze e convochino le organizzazioni agricole, così come richiesto da diverse settimane, per affrontare e risolvere la situazione”.

Sull’argomento è intervenuto anche il sindacato Cobas di Brindisi che, sempre nei giorni scorsi dopo la pioggia di cartelle pazze , ha inoltrato una istanza ai Ministri delle Politiche Agricole e della Tutela Ambientale chiedendo una sanatoria ed un riforma che regoli i pagamenti.