Il problema dell’Italia con la denatalità è nota da tempo, dal 2020 il tasso di natalità è sceso sotto la quota di 7 nuovi nati ogni mille abitanti, 2 punti in meno della media europea.
A fronte di una media dell’Unione europea di 9,1 nascite ogni mille abitanti nel biennio 2020-2021 in Italia la quota si è fermata a 6,8. Trattandosi di una media, lo scorcio a livello locale risulta alquanto frastagliato: circa il 90% dei comuni non raggiunge la medie quasi il 60% di essi si attesta pure al di sotto di quello italiano.
A fare il focus della situazione, passando i dati sotto la lente d’ingrandimento è uno studio condotto da Openpolis, la fondazione indipendente e senza scopo di lucro che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza e la partecipazione democratica.
La conclusione a cui giunge la fondazione è inequivocabili: la natalità declinante sta portando a un progressivo spopolamento del paese.
Lo confermano tra l’altro le ultime proiezioni dell’Istat: dai quasi 60 milioni di abitanti si potrebbero scendere nel 2080 a 45,8 milioni. Così come il tasso di natalità, ovvero il numero di nuovi nati in relazione ai residenti, è passato dai quasi 10 alla fine degli anni 2000, ai circa 8 del 2015 ai meno di 7 attuali. Una quota raggiunta a partire dal 2020, primo anno dell’emergenza Covid.
La distanza dal tasso di natalità europeo nei comuni della provincia di Brindisi
Nemmeno la nostra provincia sfugge a questa “regola”. A cominciare proprio dal capoluogo che nel biennio 2020-2021 ha fatto registrare un tasso di 6,98 nascite ogni mille abitanti, con il 2,12 in meno rispetto alla media Ue.
Segno negativo anche per tutti gli altri comuni della provincia: Carovigno (-1,89 con un tasso di 7,21), Ceglie Messapica (-3,40 e tasso di 5,70 nascite ogni mille abitanti), Cellino San Marco (-2,57; 6,53), Cisternino (-3,17; 5,93), Erchie (-1,78; 7,32), Fasano (-1,63 e 7,47), Francavilla Fontana (-2,01 e con un tasso di natalità pari a 7,09), Latiano (-4,55 e tasso di 4,55 ogni mille abitanti), Mesagne (-3,00 e 6,10), Oria (-2,72 con un tasso di 6,38), Ostuni (-3,91 con un tasso di natalità pari a 5,90), San Donaci (-3,69; 5,41), San Michele Salentino (-3,30; 5,80), San Pancrazio Salentino (-4,38; 4,72), San Pietro V.co (-3,57; 5,53), Torchiarolo (-2,98; 6,12), Torre Santa Susanna (-2,06; 7,04) e Villa Castelli (-0,92; 8,18).
Il resto d’Italia
Nell’89,3% dei comuni italiani il tasso di natalità rilevato nel 2020 è stato inferiore alla media europea, pari in quell’anno a 9,1 nascite ogni mille abitanti. Il 9,5% dei territori resta al di sopra di questa soglia, mentre circa l’1% si può considerare in linea con la media Ue, essendo il divario con quest’ultima al massimo di 0,1 punti.
Fa eccezione a questa tendenza la provincia di Bolzano, dove meno di un terzo dei comuni presenti ha un tasso di natalità inferiore alla media Ue. Ben 2 comuni altoatesini su 3 superano la soglia europea.
Oltre all’Alto Adige, solo nelle aree di Napoli, Catania e Caserta meno del 70% dei comuni si caratterizzano per un tasso di natalità inferiore alla media Ue. In tutte le altre province italiane sono di più.
In particolare in 20 di queste la totalità dei comuni presenti si è attestata al di sotto della soglia europea. Tra questi c’è Brindisi, che compagnia a Lecce e a Barletta-Andria-Trani, oltre a Cagliari, Enna, Ferrara, Firenze, Forlì-Cesena, Grosseto, La Spezia, Livorno, Massa-Carrara, Monza e Brianza, Perugia, Piacenza, Pistoia, Pordenone, Prato, Terni e Trieste.