La Puglia è la regione più ortofrutticola d’Italia con 198mila ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti e 1,2 miliardi di euro di Produzione Lorda Vendibile, più di 1/3 della PLV agricola totale regionale, con punte di eccellenza e di valore dell’uva da tavola negli areali di Bari e Taranto, degli agrumi dell’arco jonico-tarantino e degli ortaggi, con spinte forti dalle province di Foggia e Brindisi.
A dirlo è la Coldiretti regionale, che sottolinea come tra l’altro sia la Germania a confermarsi il primo Paese importatore di ortofrutta pugliese, con +7% nel 2022.
Ma l’export pugliese di frutta e verdure trasformate cresce anche nel mondo con il +5%, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi legato alla guerra in Ucraina ma anche degli effetti dei cambiamenti climatici che hanno penalizzato soprattutto il settore del fresco.
Il dato emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati provvisori 2022 di Coeweb – ISTAT, in occasione dell’inaugurazione di Fruit Logistica di Berlino, la principale fiera internazionale di settore dove è presente il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini per incontrare gli operatori italiani, con le imprese pugliesi in prima linea proprio per la forte vocazione ortofrutticola della regione.
La Germania rappresenta pure il primo mercato di sbocco per l’ortofrutta Made in Puglia, con oltre 238 milioni di euro (238.438.120 rispetto ai 223.151.869 euro del 2021) in valore delle esportazioni, con la provincia di Bari che spicca per gli scambi che ammontano a quasi 157 milioni di euro, seguita dalle province di Foggia (26.466.066 euro), Taranto (24.242.506 euro) e BAT (19.194.291 euro) mentre le provincie di Lecce e Brindisi si assestano rispettivamente a quota 8.840.249 e 3.112.076 euro.
La Puglia – rileva Coldiretti regionale – primeggia inoltre in Europa con molte produzioni importanti, dalle mele a pesche e nettarine, dalle ciliegie all’uva da tavola, dai kiwi a molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi.
“Un risultato che potrebbe essere paradossalmente migliore”, evidenzia Coldiretti Puglia, “se si riuscisse a superare il gap logistico e infrastrutturale che costa all’agroalimentare 7,8 miliardi di euro all’anno, secondo il Centro Studi Divulga, e, nel caso del prodotto fresco, è particolarmente penalizzante per le imprese agricole rispetto ad altri Paesi produttori. Bisogna quindi cogliere le opportunità offerte dal Pnrr per garantire trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.