Non solo vestiti e scarpe, i saldi sono già comunicati anche per gli acquisti dei prodotti tipici delle feste di Natale che, da più parti, vengono offerti con sconti che arrivano fino al 70%. Si va dai panettoni alle cartellate, dai cestini natalizi fino alla frutta secca, ma nelle prossime ore non mancheranno certo le offerte low cost. Tutto questo per cercare di venire incontro alle famiglie in difficoltà a causa dei rincari nel carrello della spesa.
Lo dice Coldiretti Puglia in vista dei saldi che nella nostra regione inizieranno il 5 gennaio. La stessa Coldiretti pugliese sottolinea quindi che c’è l’opportunità di risparmiare anche sulla tavola per motivi esclusivamente commerciali e che non influiscono in alcun modo sulle caratteristiche qualitative dei prodotti.
Le offerte.
“In attesa di poter cogliere le offerte per abbigliamento e scarpe, sono da subito disponibili” sottolinea la Coldiretti Puglia, “molti alimenti tipicamente natalizi che non possono essere conservati per il prossimo anno tra i quali soprattutto panettoni, pandori, dolci tipici come cartellate e sassanelli, ma anche la frutta secca o gli spumanti secondo formule diverse che vanno dall’“uno per due” al “due per tre”, ma possono essere offerti anche sconti rilevanti che arrivano fino al 70%”. Fare attenzione alle date di scadenza obbligatoriamente indicate nelle confezioni per evitare di consumare prodotti vecchi è l’invito che Coldiretti fa ai consumatori, i quali possono trovare offerte di grande qualità per i prodotti artigianali anche nelle aziende agricole, negli agriturismi e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Il caro bollette e l’inflazione
Sono due aspetti della vita quotidiano che stanno mettendo a dura prova famiglie e imprese di tutti i settori. Ovviamente le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare.
“A partire proprio dalle campagne”, conclude Coldiretti Puglia, “dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. Bisogna allora intervenire per contenere i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani”. (Apro)